sabato 28 marzo 2009

L'IPOCONDRIACO

L'ipocondria (dal greco hypochondrios, che si trova sotto lo sterno) è una distorsione delle normali sensazioni che provengono dall'interno del corpo, erroneamente interpretate come sintomi di malattia. È anche detta patofobia, dal greco páthos (sofferenza), o nosofobia, dal greco nósos (malattia).
Quadro clinico
L'ipocondria varia dalla più semplice paura di ammalarsi fino a terrore di aver contratto o sviluppato malattie gravissime, invalidanti o mortali. Secondo la psicoanalisi e la psicoterapia dialettica l'ipocondria poggia su un conflitto psicodinamico inconscio, simile a quello ossessivo e a quello melanconico (depressivo), nel quale impulsi rabbiosi diretti verso persone o valori da cui si dipende o che fanno parte della propria identità vengono ritorti contro il soggetto stesso per via dei sensi di colpa. Importante in questa interpretazione il ruolo giocato dal super-io.
In generale l'ipocondria viene descritta come un disturbo legato all'ansia, che può essere collegabile ad un problema appartenente sia alla sfera relazionale del malato sia alla sua identità. In questo modo, il malato trasferisce la sua attenzione dalla vera causa, che diviene insolubile, ad un bersaglio utilizzato anche come strumento di giustificazione. Per esempio quando un individuo teme di non riuscire a raggiungere un determinato obiettivo prefissato (scolastico, professionale, ecc.), ecco che può trovare, grazie alla malattia, una giustificazione di comodo che gli risparmia la sensazione di inadeguatezza.
Ogni persona in reale stato di malattia manifesta naturalmente un certo grado di ipocondria che non necessita di trattamento medico. È di competenza medica, invece, l'ipocondria che accompagna malattie quali depressione, attacchi di panico, e la cosiddetta ipocondria delirante.
L'ipocondria colpisce prevalentemente i maschi di età compresa tra i 40 e 50 anni, anche se tutte le fasce di età possono essere coinvolte da questa malattia, che è più frequente nelle persone insicure, aventi una immagine di sé piuttosto fragile e che vivono in ambienti ansiogeni.
Sintomatologia
Come nel disturbo ossessivo-compulsivo, l'ipocondria spinge il malato ad effettuare frequentemente una serie di riti, come per esempio lavarsi le mani o altro, necessari come mezzi strategici difensivi per proteggersi dalle insidie provenienti dall'ambiente che lo circonda, consentendogli in questo modo di attenuare il disagio provato.
L'individuo ipocondriaco fatica ad affrontare con disinvoltura il corso degli eventi quotidiani e nel caso specifico dà l'impressione di restare invischiato in una selva di obblighi e divieti, talmente opprimenti da limitargli la libertà di azione.
La paura di contrarre malattie può manifestarsi in varie fasi di età, ad esempio l'adolescente fobico potrebbe essere indotto a tenere un comportamento sospettoso e di chiusura nei confronti del mondo esterno a quello parentale, temendo i pericoli e le prove insite nel mondo dello studio, del lavoro, delle relazioni sociali.
Nello sviluppo della malattia è fondamentale, in qualunque caso, il modello di riferimento e di condizionamento che sin da piccolo, il soggetto, ha potuto osservare e assorbire: per esempio, nell'ambito familiare può essere deleteria una figura materna o paterna troppo prudente e timorosa nei confronti della vita e del mondo.
Ipocondria delirante
In questo caso la malattia insanabile, spesso percepita a carico dell'apparato cardiovascolare o gastrointestinale, diventa tema fisso e dominante che spinge l'ipocondriaco ad abusare di continue visite ed indagini specialistiche che, nonostante gli esiti negativi, non riescono a tranquillizzarlo.
Il circolo vizioso in cui il soggetto cade determina una crescente incapacità di prendere atto, in modo consapevole, della propria condizione e di accettare offerte di aiuto. In questo caso solo l'intervento medico può apportare qualche beneficio.

domenica 8 marzo 2009

8 MARZO AUGURI AMORE MIO.

LA BELLEZZA DI UN AMORE è COME IL DOLCE PROFUMO DI UNA ROSA ASSIEME ALLA SUA STUPENDA PERFEZIONE.
AMARE SIGNIFICA VIVERE IN SIMBIOSI CON L'ALTRO...NON è MAI FACILE.
L'AMORE è UN INSIEME DI PICCOLI GESTI QUOTIDIANI, DI ONESTà, LEALTà E FEDELTà.

venerdì 6 marzo 2009

L'IMPERFEZIONE DEGLI ESSERI UMANI


La locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum, tradotta letteralmente, significa commettere errori è umano, ma perseverare [nell'errore] è diabolico. La frase, ormai entrata nel linguaggio comune, viene attribuita a Lucio Anneo Seneca
Assioma filosofico con il quale si cerca d’attenuare una colpa, un errore, una caduta morale. Già nella letteratura classica si possono trovare alcuni precedenti in Livio (Storie, VIII, 35): "Venia dignus est humanus error" ("ogni errore umano merita perdono"), e Cicerone: "Cuiusvis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare" ("è cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell'errore").
Il significato è chiaro: siamo esseri umani, e l'errore capita. Questo, però, non deve essere un'attenuante per giustificare la trascuratezza, ma un invito ad imparare dall'esperienza per ridurre il numero di errori commessi.
PENSIAMOCI!

AUTOSTIMA E VALORI

PRIMA DI PROPORVI IL NUOVO ARGOMENTO,VORREI RICORDARE CHE IL MIO BLOG TRATTA ARGOMENTI A 360° ANCHE CON L'AIUTO DI ARTICOLI ESTRAPOLATI DA ALTRI SITI,AL FINE DI RENDERE UN SERVIZIO ALLA SOCIETà,AUMENTANDO LA "CONOSCENZA" IN GENERE, SENZA PROFITTO E/O TERZI FINI

AUTOSTIMA E VALORI


Lo psicologo William James (1842-1910) è stato tra i primi a studiare un particolare fenomeno: alcune persone con scarse abilità sembravano dotate di una sicurezza di sé ostentata ed incrollabile, mentre altri stimati da tutti e ritenute persone valide diffidano delle proprie qualità.

Ancora oggi riviste, programmi televisivi e libri di auto-aiuto propongono delle “ricette” e dei consigli per migliorare la propria autostima, dando l’illusione che esista una ricetta che vada bene per tutti, dimenticando la componente individuale che ci caratterizza come persone.

Cos'è l'autostima?
In realtà l’autostima è qualcosa di molto più semplice e personale; l’autostima è semplicemente una stima, una valutazione, o se vogliamo la risposta alla domanda: ”Cosa penso di me?”.

Se ci valorizziamo la nostra autostima sarà alta altrimenti sperimenteremo quella che viene chiamata bassa autostima.

Da dove nasce l'autostima
Alcuni autori come ad esempio Alice W. Pope (1992), sostengono che la stima di sé origini dal confronto tra l'immagine che ciascuno ha di se stesso e l'immagine di ciò che si vorrebbe essere.

In questo senso, tanto più il "come siamo" è lontano da il “come vorremmo essere” tanto più ci si sente come persone di minor valore e si prova insoddisfazione nei propri confronti.

Un esempio può essere quello di una persona che vive una relazione affettiva insoddisfacente; nella sua mente immagina una relazione ricca e appagante mentre nella realtà quello che vive è una rapporto scadente e lontano dal suo ideale.
La prima cosa da capire quando sperimentiamo bassa autostima è quindi chiedersi: cosa sto valutando di me stesso? Perché è così importante per me?

Perchè l'autostima è così importante?
L’autostima è solo una componente del nostro benessere psicologico ma funziona come una particolare lente che ingigantisce o miniaturizza le nostre risorse personali.

Chi sperimenta bassa autostima non sentendosi sufficientemente sicuro del proprio valore e delle proprie qualità, evita di scegliere e agire per un eccessivo timore di sbagliare, sperimenta maggior incertezza e difficoltà a staccare dalla situazione problematica per cercare una soluzione e quando vive un insuccesso soffre maggiormente, associando l’accaduto esclusivamente ad una sua mancanza mentre quando sperimenta un successo tende a svalutarlo, sminuirlo.

Cosa bisogna fare per migliorare la propria autostima?
La base da cui partire è quella di considerare che una bassa autostima non è una condizione permanente; ci sono dei momenti e dei periodi particolari in cui la nostra autostima è bassa e altri no. Non è una condizione permanente.

Chi sperimenta bassa autostima infatti vive la sensazione di perdere il controllo dei propri stati d’animo sentendosi spesso mancare le forze e la determinazione per raggiungere i propri obiettivi.

Gli elementi chiave
Per migliorare la propria autostima è importante occuparsi dei seguenti aspetti:
1. Scoprire quali sono i propri valori fondamentali e quindi fare chiarezza con se stessi rispetto quello che si vuole e quello che non si vuole nella propria vita.
2. Riconoscere le proprie emozioni distruttive: imparare a riconoscere ed entrare in contatto con emozioni maggiormente sane e che ci sostengano nei momenti di difficoltà.
3. Lavorare sull’immagine di se: molto spesso ci armiamo di buoni propositi e determinazione (voglio dimagrire, voglio smettere di fumare etc..) ma se prima non modifichiamo l’immagine che abbiamo di noi stessi tenderemo inconsciamente a sabotarci.
E’ importante considerare l’autostima come una spia di allarme; quando cala ci avvisa che stiamo inseguendo desideri altrui trascurando quelli che sono i nostri reali bisogni.
Articolo inviato il 14/11/2007 dal Dott. Manuel Mauri

Agire per modificare la nostra autostima - Dott. Manuel Mauri

Per migliorare la propria autostima ed il proprio benessere psicologico è importante occuparsi dei seguenti aspetti: 1. Scoprire quali sono i propri valori fondamentali e quindi fare chiarezza con se stessi rispetto quello che si vuole e quello che non si vuole nella propria vita. 2. Riconoscere le proprie emozioni distruttive: imparare a riconoscere ed ...continua

Per migliorare la propria autostima ed il proprio benessere psicologico è importante occuparsi dei seguenti aspetti:
1. Scoprire quali sono i propri valori fondamentali e quindi fare chiarezza con se stessi rispetto quello che si vuole e quello che non si vuole nella propria vita.
2. Riconoscere le proprie emozioni distruttive: imparare a riconoscere ed entrare in contatto con emozioni maggiormente sane e che ci sostengano nei momenti di difficoltà.
3. Lavorare sull’immagine di se: molto spesso ci armiamo di buoni propositi e determinazione (voglio dimagrire, voglio smettere di fumare etc..) ma se prima non modifichiamo l’immagine che abbiamo di noi stessi tenderemo inconsciamente a sabotarci.
In questo articolo ci occuperemo dei valori e della loro importanza per migliorare il nostro benessere psicologico e la nostra autostima.

Da dove nascono i nostri valori?
Cos’è importante per me? Perché ho preso questa decisione? Come mai sono in accordo con alcune persone mentre con altre nascono spesso incomprensioni?
I nostri valori sono una bussola interna che seguiamo giorno per giorno e di cui molto spesso non siamo nemmeno consapevoli.
Secondo Lecky gli individui si muovono verso la coerenza del sé cioè cercano di conservare la propria identità attraverso la costruzione di un sistema di valori (credenze) che ci guidi coerentemente nel mondo.
Prova per un istante a pensare a quali cose rivestono maggior importanza per te, è possibile che siano legate da uno stesso valore?

Perché i valori sono importanti?
S.Andreas, uno psicoterapeuta della Gestalt famoso per il suo lavoro con le tecniche della PNL(Programmazione Neuro Linguistica), ha definito l’autostima come”la capacità di agire in conformità con i propri valori”.
Molto spesso infatti quando le persone non hanno chiari quali siano i propri valori, sperimentano la sensazione di frustrazione e delusione di occupare la maggior parte del proprio tempo in attività che davvero non sono importanti per loro, un po’ come essere in viaggio ma senza sapere se ci stiamo muovendo verso la giusta destinazione.
Secondo R.Dilts infatti i valori sono le porte di accesso a quegli stati emotivi che vogliamo provare.
Non è raro sentire persone che per 8 ore al giorno lavorano svogliati e con fatica e poi alla sera o nel week-end si dedicano a qualcosa che li appassiona davvero trasformandosi in persone completamente diverse.
Oppure, persone che non essendo consapevoli dei propri reali valori e di conseguenza non riuscendo a viverli, provano un senso di delusione e vuoto che colmano con comportamenti disfunzionali.
Prova a notare un altro fenomeno interessante, hai mai notato come tendiamo spontaneamente a stare maggior tempo con persone che hanno i nostri medesimi valori e meno con chi ha valori diversi dai nostri?
Vivere seguendo i nostri valori significa agire coerentemente con quello che secondo noi è il senso della vita, cosa è importante per provare una maggiore soddisfazione in quello che facciamo e di conseguenza una maggior sicurezza e sensazione di pace interiore.

Quali sono i nostri valori?
Per capire quali sono i nostri valori basta chiedersi:
”Cosa è importante per me?”
Nel lavoro che facciamo nei gruppi esperienziali e nelle consulenze private solitamente vengono espressi valori molto generali
La cosa più importante per me è la salute
Non potrei mai fare a meno della mia famiglia
La libertà prima di tutto etc..
Se ponessi a te questa domanda che tipo di risposta si potrebbe ottenere?
Quali sono i valori che ritenente importanti per te?

Valori “mezzo” e valori “fine”
Prendiamo ad esempio l’elenco di valori scritto qui sotto:
La cosa più importante è:
l’amore
la famiglia
il lavoro
Questo elenco ci permette di andare oltre e fare un’ultima distinzione importante; il lavoro e la famiglia più che dei valori sono dei mezzi per ottenere gli stati emozionali che vogliamo sperimentare, il fine che in questo caso è l’amore.
Quando ad esempio una persona mi dice: "La cosa più importante è il lavoro(mezzo)" la mia domanda successiva è: "Cosa ti da il lavoro (fine)", le risposte possono essere tranquillità, pace, sicurezza etc..
Questo è il valore per lui importante.
Questa distinzione ci permette di iniziare a prendere consapevolezza degli automatismi che abbiamo costruito per raggiungere e provare certi stati emotivi per noi importanti, la confusione a volte tra mezzi e fine, ed iniziare a distinguere quelli funzionali da quelli disfunzionali, quelli che ci aiutano a vivere con soddisfazione e quelli che dobbiamo abbandonare per stare meglio.

Riassumendo:
1) I valori sono qualcosa di intimo e personale, così come i significati che gli vengono attribuiti.
2) Una seconda caratteristica importante dei valori e quella che solitamente ci associamo spontaneamente a chi condivide i medesimi valori.
3) Possono dipendere dalla cultura di appartenenza, dalla famiglia di origine oppure dipendere dal contesto in cui viviamo ed in generale le persone tendono ad affidarsi a valori immutabili.
Addirittura per una specifica comunità i valori possono delineare l’identità del gruppo stesso.

Articolo inviato il 15/06/2008 dal Dott. Manuel Mauri

Migliorare il rapporto con se stessi e con gli altri: scoprire le proprie regole.
Il mese scorso l’articolo che ho trattato era relativo alla scoperta dei propri valori ed alla loro importanza.
I valori infatti sono una sorta di bussola che ci orienta nel mondo decidendo per noi quali siano le cose importanti di cui occuparci perchè rivestono particolare importanza nella nostra personale scala di valori
Lo scopo dell’esercizio era quello di imparare a riconoscere ed osservare cosa accade quando diventiamo maggiormente consapevoli dei valori per noi importanti, e scegliamo di investire maggiori energie nel perseguire il loro soddisfacimento.

Qual è il tema principale di questo articolo?
In questo articolo tratteremo la parte successiva alla scoperta o "estrazione dei valori" come viene abitualmente descritta.

Perché non basta conoscere i propri valori?
I valori esprimono ciò che una persona ha imparato a considerare importante nella vita.
Ad esempio un persona potrebbe dire le cose più importanti per me sono:

La libertà
La salute
L’amore
La tranquillità

Questo indica gli stati emotivi che la persona desidera sperimentare per poter provare benessere nella sua vita, ma non ci dice in concreto questo accade o cosa debba accadere perché ad esempio la persona senta di essere in salute o libera.

Cosa sono le regole
Le regole sono la fonte del piacere e del dolore che proviamo mentre ci muoviamo verso la soddisfazione dei nostri valori, in altre parole sono gli standard o i “criteri” (R.Dilts, 1987) che abbiamo costruito in noi per sentirci o meno dentro l’emozione che vogliamo provare.
Ad esempio una persona può avere come valore la tranquillità e sentirsi tranquillo quando può staccare per qualche minuto il telefonino e dedicarsi ai propri figli.

Come funzionano le regole?


Le regole hanno una struttura schematizzata in questo modo
SE........................ALLORA

La parte se contiene tutte le nostre regole personali per accedere ad esempio all’emozione tranquillità:
Es.
SE ho 200.000 euro in banca............................ALLORA sono tranquillo
Oppure:
SE mia moglie mi ama.........................................ALLORA è disposta a seguirmi in un'altra città


Questi sono degli esempi di quali regole possono esserci all’interno di valori come amore e tranquillità, ma ognuno di noi ha imparato a costruire dentro di se diverse regole a volte proprie a volte prendendole dal contesto sociale e familiare.

Perché le regole sono importanti?
Un discorso all’apparenza semplicistico come questo è uno stimolo per comprendere cosa è importante per il nostro paziente e magari per aiutarlo a rendersi consapevole di quali regole interne dispone per stare bene.
La maggior parte delle persone si crea regole che molto spesso fanno stare male invece che bene.
Regole esterne
Un esempio di come le persone sperimentano emozioni negative è quando affidano la possibilità di stare bene a persone ad altri.
Spesso le regole possono dipendere da azioni di altri.
“Mi sento amata ogni qual volta che il compagno mi abbraccia” è un esempio che molto spesso, se viene ulteriormente approfondito, è il capostipite di ulteriori regole stabilite dalle persone, dove il controllo dei nostri stati d’animo viene affidato a qualcosa o qualcuno esterno a noi
In altre parole conoscere le proprie ed altrui regole personali è come immaginare di possedere diversi “accessi” agli stati emotivi che vogliamo provare.
Conoscere queste regole può aiutarci a costruire percorsi neurologici di vasta portata che ci portino a provare quegli stati emotivi che vogliamo che conducono al nostro benessere psicologico.


Articolo inviato il 16/07/2008 dal Dott. Manuel Mauri

Articoli tratti dal sito: psicolgi-italia .it
I VISITATORI E LETTORI RINGRAZIANO

giovedì 5 marzo 2009

L'AMMISSIONE DEGLI ERRORI

L'AMMISSIONE DEI PROPRI ERRORI

Traduzione dalla rivista Rays of the Rose Cross, a cura di Olga Faella. Per gentile concessione del sito http://www.rosacroceoggi.org/


Sembra che una delle cose più ostiche e più difficili per il genere umano, sia quella di ammettere di avere sbagliato. Questa difficoltà, è ancor più sentita da coloro che hanno realizzato uno sviluppo spirituale seguendo delle linee prevalentemente occulte, che ha portato il loro intelletto ad essere dominante e tirannico: questo rende loro assai difficile ammettere di essere in errore. Vorremmo notare come questa difficoltà sia stata causa di molti malintesi, rancori e conflitti fra persone, gruppi, associazioni e nazioni.
In genere l'umana riluttanza ad ammettere i propri errori dipende soprattutto da varie specie di timore: paura del castigo, della responsabilità e di apparire ridicolo. Una persona può essere abbastanza intelligente da riconoscere uno sbaglio fatto e sinceramente desiderare di. confessarlo "liberando" in tal modo il proprio animo. Tuttavia, se è soggetta ad una o più persone, le riesce difficile "confessare" questi timori. Spesso preferisce accettare le conseguenze che derivano dall'aver taciuto, che vanno da un senso di colpevolezza riguardante essa sola, fino al danno che può ricadere su altri., piuttosto che affrontare il castigo, la responsabilità o la derisione.
La paura del castigo é spesso retaggio di esperienze infantili. Il bambino che, viene castigato per aver commesso delle malefatte impara presto a non rivelarle. E' un padre prudente e fortunato colui che rimane sereno davanti alle intemperanze minorili, che non manca di lodare il bimbo perché gli ha detto la verità, che riesce a far sì che Il figlio comprenda gli errori della sua vita discutendoli con lui in un'atmosfera di razionalità e di reciproca fiducia (fra parentesi è anche un genitore oculato colui che ammette i propri sbagli invece di conservare inalterata la sua aureola di infallibilità che però non riesce ad ingannare i figli !). Naturalmente il castigo consiste nel voler disciplinare i figli recalcitranti, però non deve essere inferto irosamente ma con spirito di amore
E’ come un’esperienza costruttiva e non come l’applicazione di un dolore fisico, mentale o emozionale in sé. Se è comprensibile la paura del castigo da parte di coloro che durante l'infanzia lo hanno subito in modo esagerato, per un adulto è segno di immaturità emozionale.
La paura del castigo naturalmente può importunare anche una persona ritenuta "'positiva" la quale, per errore di concetto o per ignoranza, ha commesso inconsapevolmente una infrazione alla legge o al regolamento. Però "non è una scusa l'ignorare una legge" e sebbene noi, si agisca in una società sovraccarica di norme riguardanti molti settori di attività, dobbiamo imparare ad accettare anche questa situazione come un'esperienza istruttiva. Se talvolta ci troviamo in un simile dilemma creato per trascuratezza, diverremo più cauti in avvenire. E' possibile che se confessiamo apertamente il problema, ci sarà concessa indulgenza e il castigo sarà più mite o forse eliminato del tutto.
Anche nel caso che non sia eliminato è assai meglio per iI nostro progresso ammettere il nostro errore e lasciare che la procella cada sulle nostre spalle. Nulla arriva senza una ragione ed è più agevole subire immediatamente le amare conseguenze di uno sbaglio onoratamente riconosciuto che passarlo sotto silenzio, per dover poi soffrire in modo più intenso. Ogni errore dev'essere rettificato; a suo tempo questo avverrà e quindi non dobbiamo pensare che non parlandone più ne elimineremo le conseguenze.
Nel medesimo contesto dobbiamo considerare le conseguenti responsabilità che ci incombono. Se facciamo qualcosa di sbagliato, anche se di lieve entità, se ci rendiamo conto in tempo della cosa,è nostro dovere di sforzarci. di ripristinarla non appena possibile. Siccome non sappiamo mai quanto siano trascendenti anche le nostre più lievi azioni, è nostra responsabilità rettificare al meglio delle nostre possibilità, ogni nostro errore di parola o di azione.
Il senso di responsabilità è un'appendice dell’evoluzione; se rifiutiamo di accettarlo non andremo molto avanti nel nostro cammino evolutivo. Naturalmente non è sempre facile far fronte alle nostre responsabilità, particolarmente se esse implicano l'annullamento di qualcosa che abbiamo fatto o il ritrattamento di osservazioni fatte; tuttavia, come in tutti gli sforzi utili se ci ripromettiamo di adempiere le nostre responsabilità ci sarà più agevole farlo per sempre.
Come lo studioso di occultismo sa, non ci saranno dati maggiori compiti e maggiori responsabilità se non adempiamo i nostri obblighi pertinenti al piano fisico. Dobbiamo solo considerare quanti errori di giudizio e di interpretazione avvengono nel mondo materiale nel quale viviamo per renderci probabilmente conto di quanto siano incerti i nostri primi sforzi coscienti nei mondi spirituali a noi poco conosciuti. Anche allora saremo responsabili delle nostre azioni e dovremo accettare le conseguenze dei nostri errori. Come possiamo sperare di vivervi in piena consapevolezza se non sappiamo farlo quaggiù? .
Il timore di apparire ridicoli è forse la causa più frequente che ci inibisce di ammettere di avere sbagliato. .E’ anche vero che non è scusabile che i nostri simili si burlino dei nostri sbagli; gli individui più altamente evoluti che hanno acquisito un illuminato senso di simpatia e di compassione non si beffano di simili cose. Solo coloro che sono ancora rozzi, ignoranti e tronfi si beffano degli errori del prossimo. Se ricorderemo questo saremo capaci di vincere questo dannoso timore del pericolo che si impossessa di noi.
Perché inquietarci se qualcuno la cui sensibilità umana non si è ancora abbastanza raffinata, prova piacere nel disprezzarci semplicemente perché abbiamo commesso un errore ? Se fosse sottoposto al medesimo trattamento avrebbe molto da imparare e probabilmente dovrà fare il proprio tirocinio duramente e allora più che il nostro risentimento, merita la nostra compassione.
A questo riguardo pensiamo alla benevola considerazione offertaci da compassionevoli e comprensivi individui. Se nel particolare frangente che ci coinvolge ci imbatteremo in simili individui, può consolarci il pensiero che coloro che ci ingiuriano in realtà stanno danneggiando se stessi.Il loro scherno può pregiudicarci solo se noi lo permettiamo e questo avviene quando ci asteniamo dal confessare i nostri falli perché ne temiamo le conseguenze.
Come sappiamo, l'orgoglio intellettuale è uno dei peccati più diffusi e da molto tempo attribuiti all'umanità dai Fratelli Maggiori. Fino a quando permettiamo all'orgoglio di pervadere ogni nostra azione e di impedirci di riconoscere i nostri errori sotto un presunto senso di "perfezione" ci chiudiamo in una prigione da noi auto creataci. Se ci lasciamo impossessare in modo saliente dall'orgoglio intellettuale, col tempo diverremo incapaci di riconoscere i nostri sbagli.
Se non sappiamo riconoscere i nostri errori non possiamo correggerli; se non possiamo correggerli non potremo crescere animicamente. Gradualmente ci isoliamo dal prossimo,il quale, a giusta ragione, si risente per la nostra "presunzione orgogliosa." Se più presto ci proponiamo di essere franchi e di riconoscere i nostri torti, più in fretta vinceremo il nostro orgoglio intellettuale e ci libereremo di uno dei più ingannevoli difetti ai quali lo studioso di occultismo é esposto.
L'affermazione "ho sbagliato" apertamente espressa, in genere dimostra che colui che la pronuncia possiede un certo grado di onestà, di forza, di umiltà e fiducia in sé. E' onesto e sincero nell'ammetterlo, coraggioso nel proclamarlo,malgrado le conseguenze che ne possono derivare, umile nell' ammettere che deve ancora imparare molte cose e abbastanza fiducioso in se stesso nel riconoscere i propri falli come una lezione che, lungi dall'essere degradante, in realtà si dimostra illuminatrice. Da allora diventa più prudente nelle sue azioni e impara qualcosa che non gli sarà facile dimenticare. Se è un Ego progredito non si rattrista né si incollerisce dei propri errori lamentando indubbiamente il danno arrecato agli altri, lieto di aver scoperto il proprio fallo e di imparare suo tramite.
I nostri errori sono spesso i nostri migliori maestri e l'essere capaci di ammetterli senza vergognarsi non é la minore delle lezioni che lo confermano. Mostriamoci grati per le occasioni che ci vengono date di imparare attraverso i nostri sbagli. Non dobbiamo temere di ammetterli sinceramente e doverosamente, e dovremo fare tutto il possibile per correggerli. E' proprio in questo modo che potremo progredire sul sentiero spirituale.

mercoledì 4 marzo 2009

DI NUOVO SINGLE


RICOMINCIA LA MIA VITA DA SINGLE, DOPO QUALCHE MESE PASSATO CON UNA PERSONA DIREI ALQUANTO ABBERRANTE.
DEVO DIRE CHE NON SI FINISCE MAI D'IMPARARE E , AD ALCUNI SEMBRERà POCO CAVALLERESCO IN QUALCHE MODO DEFINIRLA CON UN AGGETTIVO POCO GALANTE......EBBENE CREDETEMI, NON HO MAI CONOSCIUTO NESSUO CHE IMPOSTASSE LA PROPRIA VITA COSTRUENDO CON ARTIFIZI, RAGGIRI E QUANT'ALTRO DI PIù MESCHINO, BUGIE E SITUAZIONI CHE SOLO UNA PERSONA INNAMORATA PUò CECAMENTE TOLLERARE.
COME PERò SEMPRE SUCCEDE LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE.
UNA STORIA INCREDIBILE, PENSI CHE A TE NON CAPITERà MAI, LO DICEVO ANCH'IO...ORA, SE NON AVESSI ILO MIO MOSAICO COSTITUITO DA TANTI PICCOLI FRAMMENTI DOVREI TREMARE PUR SAPENDO DI NON DOVER TEMERE NULLA.

LA STORIA CHE HO VISSUTO IO HA DELL'INCREDIBILE, IO SONO UN UOMO DI ALTRI TEMPI PER ME LEALTà, FEDELTA, ONORE,RISPETTO, OMERTà,ONESTà SONO UNO STILE DI VITA A TUTTI GLI EFFETTI, PER ALTRI PROBABILMENTE SONO SOLO PAROLE.
ORA MI DEDICHERò SOLO AL MIO LAVORO, VORREI ALLONTANARMI DALLA ZONA OVE ABITO E RICOSTRUIRE UNA VITA IN UN LUOGO SUFFICIENTEMENTE LONTANO DA TRISTI RICORDI, NON PREOCCUPATEVI: "BARCOLLO MA NON MOLLO".
NON HO PIù NESSUNO, SOLO UN AMORE PER MIA MADRE CHE SENTO PIù CHE ALTRO COME UN DOVERE,SORRIDO AGLI ANIMALI E AGLI ANZIANI, MI SI RIEMPE IL CUORE DI GIOIA QUANDO VEDO UNA COPPIETTA, UNA FAMIGLIA CON FIGLI...FELICI.GIà, VIVO DEI BEI MOMENTI DEGLI ALTRI PERCHè POSSO COGLIERNE SOLO LA BELLEZZA E RIMANERE ASETTICO DAGLI EVENTI NEGATIVI.
HO UN ASPETTO ESTERIORE CHE ,PER CHI NON MI CONOSCE, è ABBASTANZA FORVIANTE...SONO UN GUERRIERO SI CERTO, MA PRONTO A FARE E RICEVERE COCCOLE...SONO PIENO DI DIFETTI, MA NESSUNO CHE POSSA NUOCERE A QUALCUN ALTRO.
LO SO, QUESTO POST è ABBASTANZA MALINCONICO, MA I MIEI BLOG SPERO SIA RIUSCITO A SPIEGARE, NON MI SERVONO PER SEMBRARE IL SAPUTO DELLA SITUAZIONE, MA PER COMUNICARE,APPRNDERE,INSEGNARE E SOPRA A TUTTO CRESCERE E COSTRUIRE UN PICCOLO NOSTRO SPAZO DI ATOMI MIGLIORE.

BUON AMORE A TUTTI E RICORDATEVI SEMPRE : SONO LE STRADE DIFFICILI CHE PORTANO AI RISULTATI MIGLIORI.SIATE SEMPRE LEALI E FEDELI.COL TEMPO PAGA

CLICCA E ASCOLTA:

http://www.imeem.com//dialogs/onthegoplaylist.aspx?key=R-96LLNqoK