martedì 28 aprile 2009

L'ONORE

Il termine onore è usato ad indicare un sentimento che comprende la reputazione, l'autopercezione o l'identità morale di un individuo o di un gruppo.
In generale, poste di comune condivisione talune regole comportamentali nell'ambiente di riferimento, l'onore corrisponde al diritto di rispetto da parte degli altri come conseguenza premiale del contemporaneo dovere di rispetto degli altri. Nel concetto di rispetto sono da includersi anche regole che impongono l'obbligatorietà del sacrificio in presenza di determinate situazioni di difficoltà proprie od altrui. In alcune culture il concetto originario d'onore si è ridotto a mera pretesa di rispetto, ad esigenza di rispettabilità.

COS'è LA DIGNITà

Con il termine dignità, si usa riferirsi al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità e di ritenere importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione.
Per i modi della sua formazione e le sue caratteristiche intrinseche, questo sentimento si avvicina a quello di autostima, ovvero di considerazione di sé, delle proprie capacità e della propria identità. Pertanto il concetto di dignità dipende anche dal percorso che ciascuno sceglie di compiere, sviluppando il proprio "io".
Ugualmente si riconosce dignità alle alte cariche dello Stato, politiche od ecclesiastiche richiedendo che chi le ricopre ne conservi le alte caratteristiche.

La dignità in filosofia
In filosofia, con il termine dignità umana si usa riferirsi al valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano: tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, nazionalità, ecc. meritano un rispetto incondizionato, sul quale nessuna "ragion di Stato", nessun "interesse superiore" della "Scienza", la "Razza", o la "Società", può imporsi. Ogni uomo è un fine in se stesso, possiede un valore non relativo (com’è, per esempio, un prezzo), ma intrinseco.
Storicamente, il tema della dignità è stato approfondito dallo Stoicismo che, in virtù della partecipazione del logos umano a quello divino, affermava l’identità delle virtù negli uomini a prescindere dal ceto sociale e dal sesso. Lo Stoicismo, in questo modo, riuscì a superare alcuni atteggiamenti conservatori in cui, paradossalmente, erano inciampati grandi filosofi come Platone o Aristotele. Il cristianesimo ha ripreso la concezione stoica della dignità umana sostenendo che ogni uomo sia un riflesso dell'immagine di Dio. La questione sulla dignità dell'uomo è stata poi approfondita durante il Rinascimento, quando la questione ha assunto caratteri polemici contro la dottrina della Chiesa, accusata di aver promosso la svalutazione del mondo terreno. Durante il rinascimento l'uomo venne considerato un essere dalla natura indeterminata, in grado di compiere in assoluta autonomia le proprie scelte di vita

COS'è L'ORGOGLIO

Il termine orgoglio si riferisce ad un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, unito all'incapacità di ricevere umiliazioni e alla gratificazione conseguente all'affermazione di sé, o di una persona, un evento, un oggetto o un gruppo con cui ci si identifica.
Un'espressione comune, sinonimo di orgoglio, è "avere un'alta opinione di sé".
L'orgoglio smodato comporta un senso di superiorità rispetto alle altre persone, e prende il nome di superbia, che presso la dottrina cristiana è il più grave dei sette peccati capitali. Una persona orgogliosa tende sempre a voler tutta l'attenzione degli altri su di sè senza preoccuparsi degli stati d'animo delle altre persone. Se qualcosa non va secondo le sue emozioni, allora tende ad arrabbiarsi con i suoi interlocutori.

martedì 7 aprile 2009

LA NINFOMANIA

Il termine ninfomania (dal greco antico nymphè, νύμφη: ninfa sposa e mania, μανία: mania) fu coniato nel 1771 dal medico francese J. D. T. de Bienville, che lo utilizzò per la prima volta nel suo studio La Nymphomanie, ou Traité de la fureur utérine (La ninfomania, ovvero trattato sul furore uterino).
Fu considerata dapprima una perversione e, in tempi successivi, una patologia sessuale femminile caratterizzata da una compulsiva ricerca di partner e accompagnata da anorgasmia o frigidità.
Nel 1992 l'Organizzazione Mondiale della Sanità non riconobbe più nella ninfomania una patologia e nel 1995 la American Psychiatric Association cancellò tale voce dalla IV edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, riconducendo tuttavia il concetto, insieme all'equivalente maschile noto come satiriasi, entro la più vasta categoria dell'ipersessualità.
I termini ninfomania e ninfomane entrarono presto nel linguaggio comune in un'accezione generica e spregiativa, per definire donne sessualmente libere e intraprendenti. In questo senso il filosofo Umberto Galimberti, ha voluto vedere nel concetto di ninfomania "un prodotto dell'immaginario maschile che teme la sessualità attiva della donna, perché l'uomo si compiace di attivare la sessualità nella donna, ma va in angoscia se la donna attiva la propria sessualità da sé [....]
Questo tipo di relazione, che gli uomini di frequente instaurano con le donne, è vissuto in modo angoscioso se sono le donne a instaurarlo con loro, perché, di fronte all'intraprendenza femminile, l'uomo si vede collocato in quella condizione di passività in cui ama invece vedere collocate le donne [...] siccome un uomo senza potere fa vergogna a sé stesso, allora, per salvarsi, non gli resta che iscrivere la donna che lo riduce in queste condizioni nella sfera della patologia e, scomodando la mitologia greca, traduce il fascino di una ninfa in una malattia [...]. Alcune definizioni psichiatriche come l'isteria e la ninfomania raccontano molto più delle difese degli uomini nei confronti delle donne, di quanto non dicano delle patologie femminili."
Fonti:
wikipedia.org/wiki/NinfomaniA