lunedì 24 agosto 2009

IL DOLORE

La definizione scientifica del dolore è : "esperienza spiacevole, sensitiva ed emotiva, attribuita a o descritta come danno tissutale". La percezione del dolore è uno dei sistemi di difesa sviluppati dagli esseri viventi per la sopravvivenza e l'allontanamento degli stimoli pericolosi.
E' il risultato finale di una serie di eventi : la trasduduzione, la trasmissione e la modulazione dello stimolo doloroso o nocicettivo.
La trasduzione è la conversione, effettuata dai recettori nervosi periferici, di stimoli chimici, meccanici e termici in eccesso in impulsi elettrici che viaggiano lungo le fibre nervose.
Il tipo di stimolo è codificato dalla frequenza degli impulsi.
La trasmissione dello stimolo doloroso avviene attraverso vie nervose contenute dapprima nei tronchi (nervi propriamente detti), poi nelle radici e quindi nel midollo spinale, costituendo il fascio spino-talamico.
Il talamo, punto di arrivo di queste vie, è un importante centro di smistamento degli input nocicettivi e sensitivi in generale, soprattutto alla corteccia cerebrale dei lobi frontali e parietali.
La trasmissione è influenzata da due importanti fenomeni : la cosiddetta sensibilizzazione ed il "gate control". La prima, causante l'iperalgesia cioè l'esagerata percezione dello stimolo, è la facilitazione della trasmissione dello stimolo doloroso quando si protrae nel tempo. La teoria del gate (cancello) control si fonda sull'evidenza che gli altri input sensitivi non dolorifici possono "chiudere il cancello" ed impedire la trasmissione degli input nocicettivi. Poiché le vie nervose che conducono gli stimoli sensitivi periferici verso la corteccia cerebrale hanno una capacità di conduzione quantitativamente limitata, l'aumento degli input non nocicettivi riduce la trasmissione di quelli dolorifici. Su questo principio si basano tecniche analgesiche come l'agopuntura.
La modulazione: Alla corteccia cerebrale non giunge lo stimolo esattamente come era partito dal recettore periferico: durante il suo decorso esso subisce un processo di modulazione: esistono strutture cerebrali, come il grigio peri-acqueduttale e nucleo del rafe magno, da cui originano vie nervose discendenti che vanno ad influenzare, soprattutto a livello del midollo spinale, le vie ascendenti del dolore, riducendo la trasmissione degli stimoli elettrici nocicettivi.
I mediatori chimici coinvolti in questi processi sono la serotonina, la noradrenalina ed i cosiddetti oppioidi endogeni, o endorfine, analgesici veri e propri prodotti nel nostro organismo.
La sensazione dolorosa
In definitiva va oltre la mera percezione: e' infatti il risultato finale di una serie di stimoli che sommandosi coinvolgono le aree recettive del sistema nervoso. Ne risulta un'esperienza sgradevole modificabile col passare del tempo. In termini tecnici si dice che l'esperienza dolorosa comprende:
la la presa d'atto dell'arrivo dell'input nocicettivo dalla periferia ("sensazione", percezione cognitiva o dolore propriamente detto).
Una componente affettivo/motivazionale (la sofferenza), correlata alla personalità ed allo stato psicologico dell'individuo. Per questo la percezione del dolore è così variabile.

fonte: dolore.biz

A volte il dolore motivazionale è più complesso dell'input nocicettivo ed a volte è molto più difficile da curare.
La medicina migliore dicono i maestri Zhen, sembra trovare appoggio nel tempo e nella cura del proprio spirito.
Tuttavia se i danni arrecati o i fatti che hanno portato a tale dolore sono tali da sconvolgere il nostro equilibrio emotivo, ecco che allora non sarà solo il tempo ad aiutarci.
Sembra a volte che per molti sia facile trovare una terapia veloce, mentre sembra che per i più sensibili servano altri input.
Dicono che chi cammina nell'ombra della notte senza accorgersene non vedrà mai la luce, ma io dico che quando si è camminato per del tempo in una luce artificiale o comunque non genuina, a volte la notte può essere il faro migliore.
Andrea Piobbici

sabato 15 agosto 2009

Amare significa lasciare libera e felice una persona

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I forti non crescono in mezzo agli agi, e fare e essere ciò che siamo e capire chi siamo ci permette di non perderci… mai, e se si commette un errore è giusto capire tutto, sopratutto quando pagano i più forti… non sono perfetto, ma invece di perdere tempo nelle miriadi di stupidaggini, invece di sprecare le energie, perché non ci impegnamo con il cervello (perché è questo che ci distingue dagli animali) a non fare male, se non a noi stessi (errare per noi è comprensibile) almeno agli altri, questo basterebbe davvero… è che purtroppo si sbaglia perché si è comodi.