sabato 28 marzo 2009

L'IPOCONDRIACO

L'ipocondria (dal greco hypochondrios, che si trova sotto lo sterno) è una distorsione delle normali sensazioni che provengono dall'interno del corpo, erroneamente interpretate come sintomi di malattia. È anche detta patofobia, dal greco páthos (sofferenza), o nosofobia, dal greco nósos (malattia).
Quadro clinico
L'ipocondria varia dalla più semplice paura di ammalarsi fino a terrore di aver contratto o sviluppato malattie gravissime, invalidanti o mortali. Secondo la psicoanalisi e la psicoterapia dialettica l'ipocondria poggia su un conflitto psicodinamico inconscio, simile a quello ossessivo e a quello melanconico (depressivo), nel quale impulsi rabbiosi diretti verso persone o valori da cui si dipende o che fanno parte della propria identità vengono ritorti contro il soggetto stesso per via dei sensi di colpa. Importante in questa interpretazione il ruolo giocato dal super-io.
In generale l'ipocondria viene descritta come un disturbo legato all'ansia, che può essere collegabile ad un problema appartenente sia alla sfera relazionale del malato sia alla sua identità. In questo modo, il malato trasferisce la sua attenzione dalla vera causa, che diviene insolubile, ad un bersaglio utilizzato anche come strumento di giustificazione. Per esempio quando un individuo teme di non riuscire a raggiungere un determinato obiettivo prefissato (scolastico, professionale, ecc.), ecco che può trovare, grazie alla malattia, una giustificazione di comodo che gli risparmia la sensazione di inadeguatezza.
Ogni persona in reale stato di malattia manifesta naturalmente un certo grado di ipocondria che non necessita di trattamento medico. È di competenza medica, invece, l'ipocondria che accompagna malattie quali depressione, attacchi di panico, e la cosiddetta ipocondria delirante.
L'ipocondria colpisce prevalentemente i maschi di età compresa tra i 40 e 50 anni, anche se tutte le fasce di età possono essere coinvolte da questa malattia, che è più frequente nelle persone insicure, aventi una immagine di sé piuttosto fragile e che vivono in ambienti ansiogeni.
Sintomatologia
Come nel disturbo ossessivo-compulsivo, l'ipocondria spinge il malato ad effettuare frequentemente una serie di riti, come per esempio lavarsi le mani o altro, necessari come mezzi strategici difensivi per proteggersi dalle insidie provenienti dall'ambiente che lo circonda, consentendogli in questo modo di attenuare il disagio provato.
L'individuo ipocondriaco fatica ad affrontare con disinvoltura il corso degli eventi quotidiani e nel caso specifico dà l'impressione di restare invischiato in una selva di obblighi e divieti, talmente opprimenti da limitargli la libertà di azione.
La paura di contrarre malattie può manifestarsi in varie fasi di età, ad esempio l'adolescente fobico potrebbe essere indotto a tenere un comportamento sospettoso e di chiusura nei confronti del mondo esterno a quello parentale, temendo i pericoli e le prove insite nel mondo dello studio, del lavoro, delle relazioni sociali.
Nello sviluppo della malattia è fondamentale, in qualunque caso, il modello di riferimento e di condizionamento che sin da piccolo, il soggetto, ha potuto osservare e assorbire: per esempio, nell'ambito familiare può essere deleteria una figura materna o paterna troppo prudente e timorosa nei confronti della vita e del mondo.
Ipocondria delirante
In questo caso la malattia insanabile, spesso percepita a carico dell'apparato cardiovascolare o gastrointestinale, diventa tema fisso e dominante che spinge l'ipocondriaco ad abusare di continue visite ed indagini specialistiche che, nonostante gli esiti negativi, non riescono a tranquillizzarlo.
Il circolo vizioso in cui il soggetto cade determina una crescente incapacità di prendere atto, in modo consapevole, della propria condizione e di accettare offerte di aiuto. In questo caso solo l'intervento medico può apportare qualche beneficio.

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