venerdì 20 febbraio 2009

IL COMPLESSO DI EDIPO

Complesso di Edipo

Il complesso di Edipo è un concetto sviluppato da Sigmund Freud, che ispirò Carl Gustav Jung (fu lui a descrivere il concetto e a coniare il termine "Complesso"), per spiegare la maturazione del bambino maschio attraverso l'identificazione con il padre e il desiderio nei confronti della madre.
Si basa sul mito greco di Edipo, che uccide suo padre, Laio, e sposa sua madre Giocasta.
Nella concezione classica freudiana, il complesso edipico indica un insieme di desideri sessuali ambivalenti che il bambino prova nei confronti delle figure genitoriali. Relativamente alle fasi dello sviluppo psicosessuale, insorge durante la fase fallica (3 anni) e il suo superamento introduce al periodo di latenza (5 anni).
Si tratta di un atteggiamento ambivalente di desiderio di morte e sostituzione nei confronti del genitore dello stesso sesso e di desiderio di possesso esclusivo nei confronti del genitore di sesso opposto. Questi sentimenti sono non solo ambivalenti ma anche vissuti negativamente (in maniera opposta), cioè i ruoli dei due genitori (amato e odiato) si scambiano alternandosi.
L'impostazione di tale problematica ha determinato, fin dagli albori del movimento psicoanalitico, il dissidio Freud-Jung e poi la scissione degli psicoanalisti di orientamento junghiano dall'Associazione Internazionale di Psicoanalisi.
In realtà, anche in relazione all'approfondimento del mito greco, la questione edipica mostra una natura complessa: secondo il mito, infatti, Edipo non conosceva i suoi veri genitori, essendo stato a questi sottratto ancora infante. L'uccisione del padre e il rapporto con la madre sono stati perciò involontari e causati, paradossalmente, dal loro desiderio di sfuggire al destino così come lo avevano sentito annunciare dall'oracolo. Si potrebbe parlare, in questo senso, piuttosto di complesso, o sindrome, di Laio e/o di Giocasta(i genitori di Edipo), il che riconduce alcune scuole psicologiche ad esplicitare le questioni psicodinamiche di carenza, gelosia e invidia affettive da parte delle figure genitoriali o accudenti (caregivers); in questo senso il complesso Edipo sarebbe nient'altro che un modo per invertire le reali responsabilità delle dinamiche inconsce nelle relazioni intra-familiari.
Nella psicanalisi di Lacan, l'Edipo diventa piuttosto la vicenda dell accesso all'ordine linguistico del discorso che permette di godere del piacere derivante dal sentirsi appartenenti alla socialità umana, sganciandosi dal tema del piacere sessuale in senso stretto, ovvero della sessualità del bambino. Nella loro opera L'Anti-Edipo - capitalismo e schizofrenia, del 1972, il filosofo francese Gilles Deleuze e lo psicanalista Felix Guattarì hanno proposto una severa critica della concezione freudiana del desiderio, concepito come mancanza anziché come produzione sociale. In questa ottica, il complesso di Edipo è considerato una elaborazione interpretativa propria della psicoanalisi, utile per costringere la sessualità del bambino entro il tessuto di relazione proprio della famiglia autoritaria borghese e tradizionale, schizofrenizzando, attraverso l'ambivalenza edipica, il desiderio originariamente univoco e affermativo del bambino, che investe tutto il campo storico-sociale e non esclusivamente il padre e la madre. Una critica diversa allo sviluppo dell'emulazione filiale rispetto ai valori dei suoi genitori, definiti come "Senex"(adulti, vecchi), proviene dalla psicologia architipica o archetipale di James Hillman, il quale difende il ruolo e la condizione del "Puer"'(fanciullo) ("aeternus") rispetto alla visione corrente secondo la quale il perdurare di questo presunto infantilismo dall'opinione comune che si tratti d'una psicopatologica incapacità adolescenziale di svezzarsi, definita Sindrome di Peter Pan o de "Il piccolo principe" . Per Hillman, invece, è vero l'esatto contrario: il Puer designerebbe addirittura la categoria della coscienza rivoluzionaria

TRATTO DA wikipedia

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